Il cielo della città per ogni ricordo.
Una pellicola in risposta ai miei sorrisi.
Zucchero su ogni volta in cui mi hai uccisa.

Graffio tutte le tue pagine alla ricerca di sottotesti che non so vedere.
Lacero la mia carne sforzandomi di comprendere una lingua che mai ho sentito.
E tutto ciò che rimane è la stessa pagina bianca, coperta del mio sangue.
E ne verranno altre.

Ogni tua parola apre in me un mondo che non esiste nel quale non resisto; un mondo che non resiste se tu non esisti.

Più mi spoglio, più mi vesto di te.

Le mie farfalle hanno una vita media di una manciata di secondi.

E' bastato il tempo di un abbraccio per riportarmi dove non credevo di poter tornare. Indietro.

Il mio sentimento era immenso, così grande da non essere neanche più mio.

Il mio sentimento ero io, eri tu, era il mondo.

Ti lascio la strada completamente libera, stanca di essere l'ostacolo che divide te dai tuoi futuri, immensi errori.

La differenza vitale tra mancanza e amore.

Labile come sempre quando fa comodo.

Io ti amo, e lo so che è vero, perché mi trema la voce mentre lo dico.

E tu sei così lontano.

Così lontano e così vicino.

Ci sono passioni che bruciano come il fuoco dell'inferno.

Ci sono idilli che pacati scorrono in acque paradisiache.

Ma come sempre noi non rientriamo mai in nessuna categoria.

A noi non sono toccate le stesse sorti degli altri.

A noi è toccato il limbo.

Ci sono amori dei quali evidentemente non potete parlare.

Perché non sapete vederli per come sono, perché non catturate le loro traiettorie.

Voi non conoscete il dondolio del mio amore che mi culla la notte.

Quando resto sveglia.

So per esperienza che se tu sei pronto per parlarmi io non sono pronta per ascoltare ciò che avrai da dirmi.

Ho bisogno di guardare le cose per capire che non devo vederle.

Ti guardo dormire vicino e distante.

E per non svegliarti ti accarezzo con le ombre.

Sorsi delle tue labbra che hanno in sé più ricordi che sapore.

Fingerò di essere seduta da un'altra parte, sul marmo umido a contemplare un angolo della città eterna, che eternamente manca.
Sentirò il vento di Roma, cosa mi sussurra, se lui lo sa.
Sentirò gente che non vive come me.
Come me che non vivo se eternamente manchi.

Un tempo rimaneva il tuo odore sui miei vestiti.

Ora ce n'è uno nuovo, ricorda il tuo, ricorda il mio, ma è qualcosa di più.

E' il profumo del luogo dove andiamo, anche se non sappiamo dove sia.

Chiudi gli occhi è inspira. E' ancora lì.

I miei occhi sono il libro che non ho il coraggio di scrivere.

Non importa il motivo, è il dolore a renderci simili.

Riguardarmi da tutte le angolazioni, da che ne ho memoria, per capire dove. Dove ho sbagliato.

Sono diventata bravissima a dimenticarmi di te.

Non voglio scordare il tuo nome, voglio dimenticare il suono che produce la mia voce nel dirlo.

Ma tu lo sai che passo le notti ad ingrandire i tuoi occhi?

La sottile linea che separa l'eliminare un dolore dal sostituirlo mi sta tagliando la carne.

Non sei rimasto a sufficienza per cambiarmi abbastanza da tollerare la tua mancanza e viverci sopra.

Rinuncerei al vivere come lo conosco io per poter morire di fianco a te, certa che tu almeno questa volta mi stia guardando.

I tuoi pensieri più affamati sussurrati al mio orecchio destro, con attorno il bianco di un desiderio appagato, ma mai abbastanza.

Inspiravo l'aria di uno dei primi pomeriggi caldi, sulla mia pelle.

E chiudendo gli occhi, aprivo mille finestre.

La città non era mai stata così bella e noi eravamo dolcemente fuori posto.

Cambiare profumo per cambiare una canzone, perché i denti di un rastrello infrangano anche le parole.

Metto a posto fuori per non sentire il caos che ho dentro.

Per la duecentesima volta.

Non mi è dato di gettarmi fra le braccia giuste, mi è concesso solo di creare dal dolore provocato da quelle continuamente sbagliate.

Un cammino dentro e fuori di me sotto la pioggia, rallentando per sentire il freddo di ogni goccia.

Ed in quel letto, al buio, digitando le mie colpe, ero un essere migliore.

Io non ce la faccio a pensare bene, al massimo posso pensare ad altro, ecco.

Ho bisogno di stare male.

Per altro.

Banalmente, deve fermarmisi il cuore per sentire di essere viva.

E' inutile che premi i palmi contro le tue orecchie.

I miei singhiozzi ti rimbombano nell'anima ugualmente.

I miei sogni sono la scia dei miei pericoli.

E non so neanche essere naturale.

Sono così orrenda che dovrebbero strapagarmi.

In balia della tua stretta avrei detto di sì a qualunque cosa.

Ed ora come allora, mi appunto ogni dettaglio.

Ed ora come allora, non mi innamoro del silenzio.

Quando sto con te devo stare attenta a non sorridere, perché lo so che mi vuoi ma non mi vuoi felice.

Preferisco indossare tutti i giorni i tuoi vestiti di sempre piuttosto che una volta sola la tua divisa.

Lacrime calde su tutto ciò che sono.

Non ho fatto altro che buttarmi nella vita.

Una costante apnea, freddo nelle vene, sensazioni amplificate, schianto al suolo.

Ed ora pretendo di godere di ogni singolo fotogramma, dovessi attendere la vita per scoprire come finisce il film nella mia mente.

Sorprendimi e grida la cosa più semplice.

Guardo su uno schermo tutta la distanza che non so.

Sei perfetto quando non sei con me.

Dovesse durare per sempre, non mi dispiacerebbe.

Guardarti senza averti, pensarti immobile nella tua adattabilità.

Volere essere le altre con te, e finalmente sentire di nuovo una spiegazione al perché.

Lontano, ammirare l'aria attorno a noi, che ci permette di osservare tutto ciò che c'è.

Vorrei avere più coraggio per non attaccarmi al subliminale.

Io non lo so come si chiama questa cosa che abbiamo. Ma non posso starle troppo lontana né troppo vicina. E non sopravviverei senza.

Ora, adesso, l'unica cosa che so fare bene, la faccio per te.